Adriano Cristofali relaziona l’Accademia di Agricoltura di Verona sulle livellazioni da lui compiute allo scopo di tracciare il profilo di quell’alveo che dovrà permettere il prosciugamento delle (famose) Valli Veronesi.
DocType: Relazione
1774 Sconosciuto
Relazione di Felice Gaioni all’Accademia di Agricoltura di Verona nella quale dopo aver confermato la necessità di asciugare le Valli Veronesi per vari motivi, afferma la difficoltà di una tale operazione che rende necessario un gran numero di interventi, e ne cita alcuni, riservandosi di approfondire il problema dopo che sullo stesso si sarà espresso il Colonnello Lorgna.
1773 Sconosciuto
Zaccaria Betti – Segretario perpetuo dell’Accademia – e l’accademico Antonmaria Marchini, dopo aver fatto presente che l’Accademia di Agricoltura ha sempre rispettato ed ubbidito alle leggi che sono state emanate per fissare i doveri dell’Accademia stessa, sottolineano come in particolare si siano interessare ad ubbidire a quei capitoli che chiedono di definire con esattezza la descrizione dell’intero territorio della provincia. Alcune cose sono state fatte e la Deputazione sopra l’Agricoltura nel Magistrato dei Beni Inculti ha approvato, ma ha anche, con le lettere del 4 febbraio e del 20 marzo decorsi, invitato l’Accademia a dichiarare alla Sovrana Autorità di cosa abbia bisogno per completare detto lavoro. Le cose più importanti di cui l’Accademia ha bisogno sono: una esatta topografia del territorio, una convenevole libertà per gli Accademici, ed un particolare aiuto dalla “..Sovrana Munificenza..”. L’Accademia possiede alcune carte topografiche ma sono confuse ed imperfette, perciò il territorio della Provincia è stato diviso in tante porzioni affidate a ciascun Accademico cosicché sarà possibile porre tutto minutamente sott’occhio. Vi sono infatti valli palustri da recuperare, fonti male usate o addirittura sconosciute, mulini mal costruiti che provocano anche essi allagamenti e paludi, vi è infine il corso del grande fiume che speso straripa provocando danni ed allagamenti. La libertà richiesta, come seconda cosa, riguarda la possibilità di mutare o proporre di mutare alcuni aspetti della politica economica agricola del territorio, come ad esempio certe limitazioni imposte, certi dazi, ecc. Infine niente potrà essere fatto senza un qualche aiuto in denari, il che costituisce il terzo punto prima enunciato come “Sovrana munificenza”.
1792 Marzo
Alessandro Carlotti, incaricato dalla Reggenza dell’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona di giudicare la dissertazione contrassegnata col motto “Tunc bene fortis equus .” (la stessa del documento del 5 Marzo 1792) approva con entusiasmo l’opera che, purtroppo, non può essere premiata perché giunta in ritardo e propone comunque di darla alle stampe.