Copia di un decreto dell'”Eccellentissimo Senato” in data 14 Agosto 1812 che, sulla base delle indicazioni dei vari organi interessati alla bonifica delle Grandi Valli Veronesi, ha definito il costo di tale bonifica e ne stabilisce la distribuzione fra lo Stato e gli interessati. Lo stesso decreto prevede d venire incontro agli interessati concedendo un prestito che riduce al 20% l’esborso immediato dei proprietari delle terre inondate. Infine vi è un accenno ai rapporti con la Corte di Vienna che può chiedere la chiusura del fiume Castagnaro, nel qual caso il “Sopraintendente alla Camera dei Confini” dovrà rimettere tutte le carte al Senato onde questi possa prendere una decisione che rispetti a un tempo i diritti, la dignità e la prudenza della Repubblica.
N-carte: 3
1779 Sconosciuto
Altra minuta non datata e non firmata ma per una lettera diretta al “Serenissimo Principe” e che tratta sempre delle paludi da bonificare.
1779 Ottobre
Copia di una lunga relazione predisposta a nome dell’intera provincia di Padova ed indirizzata alla Magistratura dei cinque Savi alla Mercanzia ed al Magistrato dei Beni Inculti per controbattere le richieste fatte dai pastori dei 7 di cui al punto precedente, circa la permanenza del pascolo delle pecore in pianura anche nel mese di Maggio, facendo la storia dei vari decreti e permessi del passato e sostenendo fra l’altro che tale provvedimento ridurrebbe ovviamente il pascolo per le pecore del territorio, e che i pastori dei 7 comuni potrebbero accumulare durante l’estate del fieno per nutrire le loro pecore nei mesi difficili.
1776 Marzo
Copia di un decreto – in latino – del Vescovo di Verona, tratto dalla cancelleria episcopale (dove porta la data del 3 Aprile 1776), decreto che dispone l’assegnazione di una ventina di benefici ecclesiastici alle parrocchie indigenti della diocesi di Verona.
1776 Sconosciuto
Copia senza data del decreto dell’Eccellentissimo Senato del 18 Settembre 1771, decreto che stabilisce, secondo lo studio della deputazione “ad Pias Causas” la cancellazione dei benefici non “residenziali” (vedi documento precedente) alle parrocchie, cattedrali, chiese, capitoli, luoghi pii ecc. per devolvere le somme risparmiate alle parrocchie indigenti che devono essere mantenute dai parrocchiani con gravi sacrifici. Fra l’altro stabilisce che nel caso di assenza dei Chierici dalla loro residenza per più di tre mesi senza il permesso come stabilito nel decreto del Giugno 1769 (probabilmente dai superiori) gli stessi dovranno intendersi decaduti.
1773 Sconosciuto
Relazione dell’Accademico Desiderato Pindemonte, che incaricato dall’Accademia di Agricoltura di Verona ha seguito l’opera di Tommaso Fava nell’applicare il rimedio da lui studiato insieme a Giovanni Cristoforetti, ad alcuni gelsi malati. La descrizione dell’opera del Fava è preceduta dalla storia dei gelsi giunti in Lombardia dall’Asia, e dalle loro malattie. L’esperimento è stato fatto il 27 Giugno precedente e i risultati non sono ancora conosciuti, ma il relatore ritiene che le malattie dei gelsi potrebbero essere evitate con una razionale coltivazione, dall’impianto alla potatura ecc.
1771 Sconosciuto
“Sommario degli atti esistenti nella Pubblica Accademia di Verona intorno la Moria de Morari”
1868 Febbraio
L’osservatore meteorologico Bartolomeo Bertoncelli alla Presidenza dell’Accademia d’Agricoltura Commercio ed Arti di Verona: ad evasione del foglio della segreteria accademica del 24 corrente mese, informa che, come registrato nel suo Giornale, la neve continuò a cadere a Verona nella notte dal 2 al 3 febbraio fino a circa la mezzanotte, poi vi fu vento e cadde solo “qualche raro fiocchetto di neve”.Nel documento è inserita la minuta della lettera inviata il 27 febbraio 1868 dal Segretario dell’Accademia alla Giunta Municipale contenente la trascrizione della risposta dell’osservatore meteorologico Bertoncelli sulla nevicata tra il 2 ed il 3 gennaio scorsi.
1856 Aprile
Tre minute per lettere di ringraziamento a vari istituti degli Stati Uniti d’America che hanno inviato delle pubblicazioni attraverso l’Istituto Smithsoniano.
1838 Febbraio
Il socio Luigi Menegazzi comunica all’Accademia di aver restituito alcune opere a Carlo Porro.