Il Presidente dell’Accademia di Scienze, Lettere, Agricoltura ed Arti Meccaniche del dipartimento del Mella – Federico Zenardi – invia al Presidente dell’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona – Alessandro Carlotti – un operetta poetica di un socio ma che tratta di argomento georgico.
Provenienza: Brescia
1809 Febbraio
Il Presidente dell’Accademia di Scienze, Lettere, Agricoltura ed Arti Meccaniche del dipartimento del Mella – Gianmaria Boselli, scrive al Presidente dell’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona per proporre di instaurare fra le due accademie una corrispondenza regolare, ed inviando a questo scopo un volumetto dei “Commentari” della sua Accademia nel quale trovasi il modello di due macchine agrarie, una delle quali sembra rispondere al concorso sulla trebbiatura del grano e del riso.
1772 Sconosciuto
Cristoforo Pilati, Segretario dell’Accademia di Agricoltura, di Brescia, racconta ai colleghi di Verona come Cristoforetti e Fava non siano stati chiamati dall’Accademia ma da alcuni signori preoccupati della malattia dei gelsi. In realtà solo il Fava si è recato a Brescia mentre il Cristoforetti è rientrato ad Avio. Racconta poi i termini dell’accordo fra Fava e Luigi Pitossi, accordo che lo ha fatto intervenire sia a Chiari che a Rudiano, anche se a parere di Fava le piante sono ormai troppo malate per avere qualche certezza della loro guarigione che, comunque, dovrebbe essere del 9%.
1772 Sconosciuto
Antonio Cagnoli scrive a Zaccaria Betti – Segretario perpetuo dell’Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona – per comunicargli di aver saputo da Cristoforo Pilati, che si è recato ad Avio per vedere gli effetti del rimedio, colà proposto per la moria dei gelsi, che ha visto i gelsi curati ma, che non avendoli visti prima infetti, non è in grado di valutare la validità del rimedio. Descrive tale rimedio anche se una parte dello stesso viene tenuta segreta. Alcuni bresciani, non l’Accademia, hanno chiamato quelli di Avio col pagamento solo del viaggio e del mantenimento ma questi rimandano a Primavera l’intervento sostenendo di rivelare allora anche il segreto. Il Bettoni non condivide tale rimedio anzi ne ha proposto e pubblicato un altro.
1772 Sconosciuto
Alcuni bresciani si sono tassati di uno Zecchino a testa per raccogliere una somma da destinare come premio a chi troverà un rimedio sicuro e sperimentato alla malattia ed alla moria dei gelsi da seta; sono stati raccolti 120 Zecchini. L’Accademia di Brescia non avendo alcun contributo né pubblico né privato, si è limitata ad indicare nel manifesto il nome del proprio segretario affinché i concorrenti potessero far capo a qualcuno. I signori Fava e Cristoforetti (vedi lettera del 17 Giugno 1772) si sono rivolti al sig. Carlo Bettoni, socio dell’Accademia di Brescia, per averne qualche premio. L’Accademia di Brescia scrive all’Accademia di Agricoltura di Verona per significare che Carlo Bettoni, pur esperto nella materia non intende sbilanciarsi.
1771 Luglio/Agosto
L’Accademia di Brescia, avendo raccolto da un gruppo di signori 120 Zecchini informa che detta somma costituirà premio per chi saprà trovare entro due anni “il rimedio utile, e sicuro alla corrente Epidemia dei Mori. (Gelsi per bachi da seta.)