Copia di una lettera, scritta da Giovan Battista Pandolfi all’agente della Famiglia Zenobio, con la quale informa detta persona del contratto stabilito con Giacomo Scandola, contratto che permette al Pandolfi di tagliare le piante del bosco in possesso dello Scandola e situate in Val Lagarina. La lettera inoltre propone che analogo contratto venga stabilito fra Pandolfi e i Zanobio, con un dubbio da parte dello scrivente che il controllo sull’operato del Pandolfi con le piante di Zenobio possa essere lo stesso Scandola, anche se per un solo anno, ed è questo il vero motivo della lettera, che lo scrivente non vuole in alcun modo urtarsi con lo Zenobio.
Provenienza: Ala
1773 Sconosciuto
Tomaso Fava scrive a Zaccaria Betti – Segretario perpetuo dell’Accademia – una lettera nella quale, dopo essersela presa con gli invidiosi e i maldicenti, promette che in Primavera si faranno altre osservazioni sulla malattia dei gelsi, come prevede l’accordo, e con l’aiuto di Dio si avranno dei successi.
1772 Sconosciuto
Giacomo Angelini scrive a Michelangelo Locatelli in risposta alla sua del 13 Agosto per fargli sapere che ad Ala nessuno presta fede al rimedio contro la malattia dei “Morari” (gelsi per bachi da seta) che pretendono di aver trovato Cristoforetti e Fava. La comunità di Ala non ha mai applicato tale rimedio e non si sa se i due l’abbiano applicato ai loro gelsi e con quali risultati.cambiando discorso riferisce di non avere stoffa simile a quella inviatagli da Locatelli ma che ne invia una leggermente diversa, asserendo che se la vorrà proprio uguale farà tingere la seta per soddisfarlo.
1772 Sconosciuto
Giacomo Angelini (forse un socio dell’Accademia o forse no) amico di Michelangelo Locatelli gli scrive per dirgli che il sig. Picolo assieme a al sig. Rizzini si sono fermati a casa sua ad Ala per riposare prima di proseguire per Rovereto, e gli hanno consegnato un promemoria, in merito al quale l’Angelini consiglia di sentire i signori Fava e Cristoforetti circa le loro esperienze fatte nelle comunità di Ala e di Avio sulla epidemia dei Mori (Gelsi). Infine garantisce che la nuova maestra da lui mandata e che si chiama Lombardi è veramente brava e che se ci fossero delle lamentele queste devono essere dovute ad invidia delle altre.